«Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore.» A. Einstein

domenica 25 dicembre 2011

Merry Christmas, Buon Natale, Feliz Navidad

Impegniamoci perchè sia Natale per tutti, sempre. 
We strive to have Christmas for everyone, always.
Nos comprometemos porqué sea Navidad para todos, siempre.




Happy Christmas Kyoko
Happy Christmas Julian
So this is Christmas and what have you done
Another year over and a new one just begun
Ans so this is Christmas I hope you have fun
The near and the dear one the old and the young
A very merry Christmas and a happy New Year
Let's hope it's a good one without any fear
And so this is Christmas for weak and for strong
For rich and the poor ones the world is so wrong
And so happy Christmas for black and for white
For yellow and red ones let's stop all the fight
A very merry Christmas and a happy New Year
Let's hope it's a good one without any fear
And so this is Christmas and what have we done
Another year over and a new one just begun
Ans so this is Christmas I hope you have fun
The near and the dear one the old and the young
A very merry Christmas and a happy New Year
Let's hope it's a good one without any fear
War is over over if you want it
War is over
Now... 
Happy Christmas


Buon Natale Kyoko
Buon Natale Julian
Così questo è il Natale, e cosa hai fatto?
un altro anno è passato ed uno nuovo è appena iniziato
e così questo è il Natale spero che ti diverta
con il più vicino e il più caro col più vecchio e il più giovane
un felice Natale e un meraviglioso anno nuovo
speriamo che sia davvero un buon anno senza alcuna paura.
E così questo è il Natale (la guerra è finita) per i deboli e per i forti (se lo vuoi)
per i ricchi e per i poveri (la guerra è finita) il mondo è così sbagliato (se lo vuoi)
E così buon Natale (la guerra è finita) per i neri e per i bianchi (se lo vuoi)
per i gialli e per i neri (la guerra è finita) fermiamo tutte le guerre (adesso)
Un felice Natale e un meraviglioso anno nuovo
speriamo che sia davvero un buon anno senza alcuna paura
Così questo è il Natale (la guerra è finita) e cosa abbiamo fatto? (se lo vuoi)
un altro anno è passato (la guerra è finita) ed uno nuovo è appena iniziato (se lo vuoi)
e così Buon Natale (la guerra è finita) spero che ti diverta (se lo vuoi)
con il più vicino e il più caro (la guerra è finita)
col più vecchio e il più giovane (adesso)
Un felice Natale e un meraviglioso anno nuovo
speriamo che sia davvero un buon anno senza alcuna paura
la guerra è finita, se lo vuoi
la guerra è finita, adesso
Buon Natale.


Feliz Navidad Kyoko,
Feliz Navidad Julian
Ya es Navidad, y ¿qué has hecho?
otro año se acaba y uno nuevo va a empezar.
Y ya es Navidad, espero que te diviertas,
el que está cerca y el querido, el viejo y el joven.
Y unas muy muy Felices Navidades y un feliz Año Nuevo,
dar esperanza es bueno, sin ningún miedo.
Y ya es Navidad, para los débiles y los fuertes, 
para los ricos y los pobres, es mundo está tan mal repartido.
Y unas Felices Navidades, al negro y al blanco,
al amarillo y a los rojos, que se paren todas las luchas. 
Y unas muy muy Felices Navidades y un feliz Año Nuevo,
dar esperanza es bueno, sin ningún miedo. 
Ya es Navidad, y ¿qué hemos hecho?
otro año se acaba y uno nuevo va a empezar. 
Y ya es Navidad, espero que te diviertas,
el que está cerca y el querido, el viejo y el joven.
Y unas muy muy Felices Navidades y un feliz Año Nuevo, 
dar esperanza es bueno, sin ningún miedo.
La guerra a terminado, si tú lo quieres 
la guerra ha terminado...
Feliz Navidad
(J.Lennon)

lunedì 12 dicembre 2011

Conferenza ONU sul clima: successo o fallimento?

L'28 novembre si è aperta a Durban la Conferenza dell'ONU sui cambiamenti climatici. Ieri si è conclusa con l'Unione europea che ha salutato l'intesa di Durban in modo positivo, come una spinta alla lotta globale contro i cambiamenti climatici. Per molte associazioni ambientaliste, invece, è semplicemente un accordo al ribasso, raggiunto in extremis per non trovarsi a chiudere l'assemblea - come nel 2009 a Copenaghen e nel 2010 a Cancun - con un fallimento sostanziale dei negoziati.

Il quotidiano online indipendente Lettera 43 ci racconta molto bene e in modo sintetico i risultati e i commenti di chi vede il bicchiere mezzo pieno e chi lo vede mezzo vuoto. Rimane il fatto che mentre siamo tutti preoccupati di economia e finanza, lo siamo troppo poco per quanto riguarda l'aria che respiriamo e il clima che stiamo modificando.

giovedì 8 dicembre 2011

Il Discorso del Cardinal Scola alla Città di Milano: "...dalla crisi si esce solo insieme"

Nella Basilica di Sant’Ambrogio, il cardinale Scola ha tenuto il Discorso alla Città e alla Diocesi, in occasione della celebrazione vigiliare del patrono. Si tratta di un appuntamento tradizionale per la Chiesa e la città di Milano: per il cardinale Scola si è trattato della prima occasione da quando si è insediato sulla Cattedra di Ambrogio.


Su Incrocinews, settimanale della Diocesi milanese un ottimo reportage da conto delle parole del Cardinale partendo dalla riflessione sulla crisi: «Dalla crisi si esce solo insieme, ristabilendo la fiducia vicendevole. E questo perché un approccio individualistico non rende ragione dell’esperienza umana nella sua totalità. Ogni uomo, infatti, è sempre un “io-in-relazione


Molto interessante il passaggio anche sulla politica «La politica, nell’attuale impasse nazionale e nel monco progetto europeo, ha bisogno di una rinnovata responsabilità creativa perché la società non può fare a meno del suo compito di impostazione e di guida».

Il Cardinale Scola si è rivolto poi anche al mondo del lavoro e della imprese: «Occorre che obiettivo primario... sia la rivalutazione della responsabilità personale tanto dei lavoratori quanto degli imprenditori, la creazione di nuovi servizi che favoriscano la crescita professionale e affianchino a percorsi di riqualificazione e formazione un sostegno economico e, infine, la valorizzazione e la creazione di spazi di partecipazione. Perché non riprendere in seria considerazione la proposta che tutti i lavoratori abbiano parte agli utili di impresa?».

Non poteva mancare nel suo discorso "la famiglia", proprio all'inizio dell'anno che vedrà Milano ospitare l'Incontro Internazionale delle famiglie. Per il successore di Sant'Ambrogio la famiglia «ha sostenuto i costi prevalenti del ricambio generazionale: occorre domandarsi fino a quando potrà continuare a farlo e agire, di conseguenza, in favore della famiglia e della crescita demografica attraverso decise e adeguate politiche specifiche».

Vi ricordo che se volete approfondire contenuti e lettura... qua trovate il sito della Diocesi

sabato 3 dicembre 2011

"Ribaltare un'immagine negativa e penalizzante della cooperazione italiana allo sviluppo"

Oggi c'è stata la cerimonia di premiazione del Volontario dell'anno, organizzata dalla FOCSIV, e nella quale è stato premiato Riccardo Giavarini per il suo tenace lavoro in Bolivia con i detenuti, specialmente minorenni, prostitue bambine e indios.

In questa importante occasione è giunto il messaggio del nuovo ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione, professor Andrea Riccardi, vorrei citare solo alcuni passi importanti che denotano un notevole cambio di interesse e di importanza per il settore della cooperazione.


Innanzitutto sul desolante quadro attuale che "dalla metà degli anni Novanta in poi, l'aiuto allo sviluppo dell'Italia è stagnante. Siamo ben lontani dall'obiettivo europeo del 0,5 per cento o di quello dell'ONU dello 0,7 per cento. L'anno scorso abbiamo raggiunto un minimo storico (0,15 per cento del PIL) finendo al penultimo posto nella classifica dei donatori, davanti solo alla Corea. Per il 2012, a legislazione vigente, le previsioni sono di un ulteriore ribasso: soltanto lo 0,12 per cento. Questo è il punto di partenza che ci troviamo ad affrontare sul versante delle risorse" 

Un primo forte messaggio di impegno è che "In questo quadro di crisi, attingere alle radici profonde dell'impegno volontario e della libertà dell'azione cristiana e umana può liberare nuove energie. Se infatti i tagli al bilancio hanno penalizzato l'azione pubblica, non possiamo permetterci, come italiani a vocazione universale, di "tagliare" alcunché del nostro impegno e del nostro legame con il mondo in via di sviluppo, che va ben oltre la valorizzazione di quelle scarse risorse pubbliche che il sistema delle ONG è chiamato è gestire."

Andrea Riccardi
Il Ministro continua poi dicendo che "occorre riflettere seriamente su come rimodulare l'aiuto pubblico allo sviluppo del nostro Paese. Solo in questo modo parole che si sono svuotate di significato (sussidiarietà, complementarietà, sistema-paese), ritroveranno la loro forza. A questo proposito, ritengo che l'istituzione di un Ministero "dedicato" per la cooperazione internazionale e l'integrazione sia un'occasione di maggior impegno anche per tutta la società civile, chiamata a fare un salto di qualità nel senso dell'efficacia, dell'impatto, della trasparenza e della capacità propositiva.


La conclusione deve stimolare tutti coloro che lavorano nel campo del volontariato e della cooperazione internazionale. "Vorrei sottolineare in particolare il capitale di legame con il Sud del mondo, e in particolare con l'Africa, che voi rappresentate, e che valorizzato in ogni modo. C'è bisogno anche di ritrovare, con i partner del Sud, le ragioni della fiducia che alle volte si sono perse per stanchezza, sospetto reciproco, presenza di partner alternativi (i paesi emergenti), nuove ideologie come l'ownership a tutti i costi. C'è bisogno di ritrovare l'alfabeto di un partenariato genuino, nel rispetto reciproco, dove il dialogo costruttivo non deve farci paura. Conto sul vostro contributo attivo di idee e di proposte, anche a livello tecnico per ribaltare un'immagine negativa e penalizzante della cooperazione italiana allo sviluppo, restituendole credibilità, coerenza e soprattutto una missione."

lunedì 28 novembre 2011

Il Clima del nostro pianeta: deve interessare tutti! Io vi suggerisco un libro

Si apre oggi in Sud Africa a Durban, la conferenza Onu sul clima, viene presentata come "l'ultima occasione per salvare il clima". Dopo i sostanziali fallimenti delle conferenze di Copenaghen (2009) e Cancun (2010), da oggi e fino al 9 dicembre si cercherà di trovare una soluzione per evitare che il pianeta vada verso la catastrofiche.
Anche in questa occasione molti dei protagonisti della battaglia climatica non hanno gettato la spugna.


In occasione di questo evento faccio pubblicità ad un libro che ho appena finito di leggere "Prepariamoci" di Luca Mercalli*

Mai tante crisi tutte insieme: clima, ambiente, energia, risorse naturali, cibo, rifiuti, economia. Eppure la minaccia della catastrofe non fa paura a nessuno. Come fare? Ci vuole una nuova intelligenza collettiva. Stop a dibattiti tra politici disinformati o in conflitto d’interessi. Se aspettiamo loro sarà troppo tardi, se ci arrangiamo da soli sarà troppo poco, ma se lavoriamo insieme possiamo davvero cambiare.L’autore racconta il suo percorso verso la resilienza, ovvero la capacità di affrontare serenamente un futuro più incerto, e indica il PROGRAMMA POLITICO che voterebbe. Il cambiamento deve partire dalle nostre case (più coibentate), dalle nostre abitudini, più sane ed economiche (dal consumo d’acqua, ai trasporti, dai rifiuti alle energie rinnovabili, dall’orto all’impegno civile). Oggi non possiamo più aspettarci soluzioni miracolistiche: meglio dunque tenere il cervello sempre acceso, le luci solo quando servono.

*Luca Mercalli, torinese, presiede la Società meteorologica italiana e dirige la rivista “Nimbus”. Ospite fisso della trasmissione Rai3 “Che tempo che fa”, cura per “La Stampa” la rubrica di meteorologia e clima. Vive e lavora in Val di Susa, in una piccola casa con orto, alimentata da energia solare. 
Ci racconta il suo libro e le sue idee, in questo video

venerdì 25 novembre 2011

Il racconto del giorno del Ringraziamento da parte di un italo-americano

Nicola, un amico medico che sta lavorando come ricercatore alla Duke University in North Carolina, mi ha scritto per raccontarmi brevemente il Thanksgiving Day (giorno del ringraziamento) che viene celebrato in USA ogni quarto giovedì di Novembre.

Il primo Thanksgiving Day in un quadro del '800
Anche questa'anno si è celebrata la festa del ringraziamento in America .
La giornata del rigraziamento è un momento molto sentito dagli statunitensi.
Viene festeggiata in famiglia e non di rado vengono invitati a partecipare al banchetto anche i non parenti.
Al pranzo non manca mai nel menu il tacchino pietanza simbolo della celebrazione.
La festa, segno di gratitudine religiosa per la prosperità della stagione del raccolto risale al 1623 quando i coloni inglesi condivisero il banchetto con i nativi di america.
Al di là della valenza storico-religiosa che segnalava un forte ottimismo per un avvenire ricco nel nuovo continente rimane la partecipazione tutta emotiva del popolo statunitense che si stringe intorno al povero tacchino per trovare un po' di caldo tepore familiare ed un po' di buonismo all'occidentale.
In un paese il cui cuore batte all'insegna dell pluralità politica religiosa ideologica e nel quale convivono laceranti contraddizioni la festa del ringraziamento mette tutti d'accordo... per un solo giorno.
Io sono stato invitato a casa di mia amica.
A fine banchetto in preda a quella sgradevole sensazione di pienezza di stomaco mi ha confessato: era pollo.

NDS

lunedì 21 novembre 2011

Emergenze nel mondo: Corno d'Africa e Haiti. Per non dimenticare


Come capita quasi ogni volta, o per distrazione dei media o perché accade altro di grave nel mondo, l'opinione pubblica sembra disinteressarsi di come procedano le cose in seguito a eventi drammatici, calamità naturali, tragedie lontane, che quando accadono sono spesso l'unico tema che riempie media e talk show. Poi come sempre restano le macerie e le vittime. Oggi parlo di due esempi: Haiti e il Corno d'Africa.



Sono passati quasi 2 anni da quando un terremoto ha distrutto l'isola caraibica di Haiti. Quasi 300 mila persone sono morte per effetto diretto della catastrofe o a seguito delle epidemie di colera e di altre cause indirette. La Croce Rossa valuta che vivano ancora nei campi profughi circa 700.000 persone del milione e mezzo che furono costrette a lasciare le proprie abitazioni. Una esistenza, quella nelle tendopoli, caratterizzata da condizioni igieniche e sanitari assolutamente precarie e fatiscenti e che, tra l’altro, favorisce la diffusione di malattie e di vere e proprie epidemie. Un circolo vizioso, quindi, che sono un vera ricostruzione potrebbe rompere una volta e per tutte. Oggi vorrei aggiornare la situazione attraverso un articolo (della fine di settembre) da parte di Caritas Italiana e del network di organizzazioni AGIRE


Africa Orientale. L’Etiopia, la Somalia e il Kenya sono oggi colpiti dalla peggiore siccità registrata negli ultimi 60 anni: una crisi che riguarda 12.4 milioni di persone. Anche su questa tragedia AGIRE ci racconta cosa le varie organizzazioni stiano portando avanti e come si possa contribuire. 
Come ci segnala la Caritas, la guerra in Libia, le rivolte a Damasco, la crisi economia e finanziaria in Europa e negli Stati Uniti hanno distratto l’attenzione della comunità internazionale e del nostro paese

La situazione in queste due parti del mondo (purtroppo due fra le tante) è drammatica, facciamo in modo che l'opinione pubblica, noi per primi, pur al centro di una situazione sociale ed economica difficile, non si dimentichi di milioni di persone che vivono nell'inferno.


giovedì 17 novembre 2011

Debito, responsabilità e Governo dei tecnici

Il nuovo Governo di Mario Monti nasce per l'emergenza sui mercati finanziari, che hanno velocizzato la crisi strisciante che da mesi viveva il Governo Berlusconi. Proprio la paralisi decisionale del governo precedente avrebbe reso inevitabile il default del nostro Paese. l'Italia sarà più credibile anche nel richiedere aiuti e collaborazioni esterne (BCE, FMI, UE) se darà l'impressione di voler mettere a posto i conti, senza scaricare sulla Banca centrale o su altri paesi i costi della crisi.
IL DEBITO DEL NOSTRO PAESE
L’aumento dello spread, cioè la differenza tra i rendimenti dei titoli di stato italiani a dieci anni e quelli tedeschi ha raggiunto la scorsa settimana i 575 punti base, vale a dire il 5,75%. Il problema è che l’Italia ha un debito molto elevato, intorno ai 1.900 miliardi di euro, pari a circa il 120 per cento del Pil. E un aumento dello spread, ossia dei tassi interesse non è una buona cosa. A volte sembra che il debito ci sia piovuto addosso, come il carbone il giorno della Befana. Questo debito è stato invece contratto dai Governi che si sono susseguiti negli anni per finanziare gli investimenti, ma anche spese risultate improduttive. Nessuno ha obbligato i governi precedenti a mandare in pensione gli statali dopo sedici anni di lavoro oppure a pagare i vitalizi ai parlamentari dopo una legislatura o a spendere decine di miliardi di lire per autostrade mai finite come la Salerno–Reggio Calabria. Quel debito ora deve essere rifinanziato. Quindi i primi responsabili di tale situazione siamo NOI ITALIANI. Nel 2012, l’Italia avrà bisogno di prendere a prestito più di 400 miliardi di euro. Ma non si fa credito a un soggetto già molto indebitato senza porgli delle condizioni. Una famiglia indebitata deve o aumentare le entrate o ridurre le spese oppure vendere una parte del suo patrimonio. Prima di prendercela con la speculazione, il sistema finanziario, gli altri Governi... forse è meglio fare un po' di autocritica.
LE DECISIONI NON PRESE e il GOVERNO DEI TECNICI
La crisi esplosa lo scorso agosto richiedeva che il governo Berlusconi facesse qualcosa: aumentare le entrate (ad esempio reintroducendo l’Ici) oppure ridurre la spesa pubblica (toccando la spesa previdenziale) e anche vendere pezzi del patrimonio (privatizzare Eni, Enel, Finmeccanica, Rai). Ma il governo non voleva o non poteva fare niente per veti interni o per non rimangiarsi promesse fatte solo per prendere voti.
Con questa mancanza di capacità di valutare (il Governo ha negato la crisi per un sacco di tempo) e prendere decisioni, il default, con tutte le conseguenze disastrose per le famiglie e le imprese italiane, sarebbe stato inevitabile. È da questo stallo che nasce il governo dei tecnici, cioè un esecutivo che non ha il problema di prendere decisioni impopolari per paura di perdere le elezioni. Il presidente Monti aveva chiesto esplicitamente ai partiti di entrare nel governo, ma un accordo non è stato trovato. In altre parole, il governo Monti riempie un vuoto lasciato colpevolmente dalla politica. E il successo del nuovo governo dipenderà, non dimentichiamolo, dalla volontà dei partiti di votare in Parlamento i provvedimenti che il governo varerà.
Sono indispensabili scelte forti e strutturali, sulla crescita, il lavoro, le pensioni, il fisco, l'evasione fiscale, l'efficienza della macchina pubblica e della giustizia. Il tutto tenendo in considerazione che è indispensabile che la politica ritrovi autorevolezza, attraverso la riduzione degli sprechi e del numero dei parlamentari e la cancellazione di molti dei privilegi a volte incredibili. Il governo Monti, legittimato democraticamente dal voto del parlamento, dovrà dimostrare la sua credibilità nel portare avanti le riforme economiche, fiscali e strutturali e ha il potenziale per rimanere in carica fino alle elezioni del 2013. 

venerdì 11 novembre 2011

Economia italiana, troppe parole in libertà su spread, interessi e debito

Un bel post su NoiseFromAmerika ci fa ragionare sui termini finanziari/economici in voga in questi giorni. Come ci spiega l'autore Aldo Lanfranconi, da quando la parola spread è divenuta di uso corrente su radio e televisione, girano su giornali e tv almeno tre bufale che oltre a disinformarci alla fine possono anche farci del male. Soprattutto quando uno sente in pericolo i propri risparmi e la propria sicurezza.

Spesso numeri dati in libertà possono anche contribuire ad influenzare i mercati e alla fine rendere un cattivo servizio a tutti gli italiani svalutandone subito i risparmi e nel futuro aumentando la probabilità di default del paese. 

Sono d'accordo con l'autore: "Mandare a casa il pessimo governo attuale è cosa buona, giusta e doverosa. Molti dei nostri problemi sono addebitabili alla sua incapacità e inerzia del passato e, se possibile, sono amplificati dalla sua non credibilità e dall'incapacità di difendere il poco di buono che possiamo vantare." E' però indispensabile evitare la diffusione di dati e parametri economici errati e fuorvianti e soprattutto ancora peggiori dei reali: l'opposizione politica e sociale al Governo Berlusconi e soprattutto i mezzi di comunicazione non devono assolutamente cavalcare dati solo per un mero calcolo elettorale o di parte.

I numeri e le informazioni devono essere trasparenti soprattutto in questa fase tempestosa della finanza e della politica italiana, occorre saper informare bene gli italiani, non creare ancora maggiore tensione (di quanta già non ce ne sia). Tutto il nostro sistema economico e finanziario si basa sulla fiducia, è dovere di tutti fare il possibile per uscire assieme da questa fase delicata. Non c'è da scherzare.

domenica 6 novembre 2011

Clima, territorio, speculazione e incuria: l'uomo ha le colpe principali di quanto accade in questi giorni

Ad un anno dall'alluvione nel ponente ligure ed a pochi giorni dalla tragedia delle cinque terre, ancora una volta a Genova, un altro pezzo di questa splendida regione stretta tra monti e mare, con le strette valli occupate spesso da seconde case, piena di porti e con i corsi d'acqua spesso sotterrati, conta nuovi morti e deve spalare nuovo fango per l'ennesimo evento "straodinario" che sta diventando sempre più "ordinario" all'epoca dei cambiamenti climatici, che sembrano accanirsi contro questo arco sul mare e sulla sua contigua appendice Toscana e che interessano oggi e nei prossimi giorni tante altre zone del nostro Paese.

Di alluvioni purtroppo il nostro Paese ne è stato vittima spesso nella sua storia. L'aumento della quantità di acqua caduta in questi giorni dipende dal cambiamento climatico (dove già l'uomo mette il suo zampino) e però ha degli effetti soprattutto in zone che hanno conformazioni orografiche come quelle ligure, con le zone montuose che rendono le piogge ancora più intense. La storia di Genova e della Liguria è stata però tra gli anni Cinquanta e Sessanta una storia di forte cementificazione e oggi si subisce un'eredità di corsi d'acqua edificati, appesantimento del territorio, spesso i torrenti sono costretti a scorrere sotto gli edifici oppure in corsi artificializzati, è questo il motivo per cui quando esondano lo fanno con più impeto e velocità. 

La rendita edilizia, non sempre e non necessariamente illegale, ha trasformato il territorio italiano con nuovo cemento ed infrastrutture che cambiano la situazione e generano nuovi rischi. L'edilizia delle "varianti", delle deroghe, che non tengono conto né delle mutate condizioni ambientali all'era del Global warming né delle mutazioni subite da un territorio privo di vera e sistematica manutenzione, è una delle cause principali dell'angoscioso spettacolo che vediamo in questi giorni. Se si vuole dare fiato all'edilizia lo si può fare riconvertendo ciò che esiste in edifici sostenibili dal punto di vista ambientale.

Non voglio dare colpe a nessuno, soprattutto in giorni in cui serve la concordia e la determinazione a sostenere e aiutare le popolazioni colpite da tali eventi. E dove le parole dettate dall'angoscia e dal dolore possono creare più danni che soluzioni. Ma la sottovalutazione di tutto questo, l'incapacità di un intero Paese di mettere in sicurezza il proprio presente per guardare al futuro è emersa anche dalla parole nel corso dell'audizione in Commissione ambiente del Senato del ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo. Il Governo di cui fa parte ha praticamente azzerato i fondi per la prevenzione dal dissesto idrogeologico, taglio metodico e continuativo delle risorse destinate alla manutenzione del territorio, che dai già insufficienti 500 milioni stanziati dal Governo Prodi, sono state in sostanza annullate. 
Ad esempio il miliardo stanziato con la Finanziaria 2010 per la messa in sicurezza del territorio non è stato mai reso disponibile per il ministero e per le Regioni. E' rimasta una somma virtuale che con la legge di stabilità è stata anche ufficialmente cancellata e sostituita con un impegno del tutto generico, e non vincolante, a destinare alla difesa del suolo una quota dei fondi Fas. In questo modo, nei giorni in cui ancora si piangono le vittime dell'alluvione che ha colpito Liguria e Toscana viene così messa in evidenza l'inadeguatezza dell'esecutivo.

Ripeto che non possiamo dare colpe a nessuno, ma solo ragionare su qualche scelta molto discutibile. Comprese quelle di chi governa o ha governato la Liguria e gli altri territori che ogni anno sono vittime di queste NON emergenza. Italia Nostra ricordava che «È gravissimo l'attacco a un territorio fragile come quello della Liguria portato avanti con una legge folle approvata durante l'estate, nel silenzio assordante dei media: il regolamento regionale numero 3 del 2011 della Regione "che ha ridotto da 10 a 3 metri le distanze minime di edificazione lungo i corsi d'acqua". Come al solito ogni anno alla prima pioggia ci ritroviamo a contare i morti». 

Speriamo almeno che questo disastro, che questi poveri morti, portino la politica, centro-destra e centro-sinistra a rivedere un modello di sviluppo che si sostiene con una cura di cemento che non è sostenibile per l'Italia malata.

lunedì 31 ottobre 2011

Eurocities 2011: uno dei più importanti convegni urbanistici europei

Dal 2 al 5 novembre Genova ospiterà le autorità locali di 140 città oltre a 400 delegati provenienti da tutto il continente. Un progetto di approfondimento tra i più importanti d’Italia che si propone di affrontare problematiche e necessità delle città europee medio-grandi.


L'evento principale sara' la conferenza “Plannig for people” dove i delegati si confronteranno sulle realtà dei centri urbani dai quali provengono, per costruire dei progetti di pianificazione e rigenerazione e garantire così coesione sociale e sostenibilità. L’apertura dei lavori (alle 19 del 2 novembre, all’Acquario) sarà affidata alla sindaco Marta Vincenzi, a Frank Jensen, sindaco di Copenhagen (e presidente di Eurocities), e a Paul Bevan, segretario generale del network delle città europee A tracciare le linee di indirizzo della conferenza sarà l’architetto e urbanista genovese Renzo Piano. Lo standard a cui si tende è quello mostrato dal nord Europa, esempio per tutti i Paesi che stanno cambiando strategia urbana in un’ottica sostenibile e “smart”.

Personaggi importanti di ogni nazionalità. Oltre a Piano e Jensen, numerosi sindaci delle città più importanti: Xavier Trias i Vidal de Llobatera, sindaco di Barcellona, Patrick Janssens, sindaco di Anversa, Hanna Gronkiewicz-Waltz, sindaco di Varsavia, Sten Nordin, primo cittadino di Stoccolma e Ahmed Aboutaleb, sindaco di Rotterdam. Presente anche l’architetto Richard Burdett, docente di Studi Urbani della London School of Economics.

Facebook, Twitter, YouTube e Flickr. La tecnologia social passa al servizio dei cittadini urbani ed europei per creare rete, diffondere notizie, video, informazioni e molto altro. Ma non solo, Eurocities sarà visibile in streaming sul sito http://www.liveeurocities2011.it/.

La gestione del territorio, la qualita' di vita, la progettazione degli spazi e del futuro sono temi che dovranno sempre essere presenti nelle agende di chi governa.

giovedì 27 ottobre 2011

Migranti in Italia: una presenza sempre più importante

E' stato presentato oggi il dossier Caritas/Migrantes, che analizza e affronta il fenomeno migratorio dal punto di vista internazionale, nazionale e dei contesti regionali, fornendo informazioni sulle presenze e sulle caratteristiche del soggiorno degli immigrati.
Sono 4.570.317 i cittadini stranieri residenti in Italia, pari al 7,5% della popolazione, nell'ultimo anno la presenza di cittadini stranieri in Italia è aumentata di 335.258 unità. Le principali popolazioni sono i romeni (968.576), gli albanesi (482.627), i marocchini (452.424) e i cinesi (209.934).
Tra le tantissime informazioni e approfondimenti è interessante sapere ad esempio che in tema di pensioni, molto di moda in questi giorni, i migranti contribuiscono con 7,5 miliardi di euro, in quanto essendo mediamente più giovani degli italiani, e quindi in proporzione tra gli stranieri ci sono più persone in età lavorativa che tra la popolazione italiana, secondo le stime del Dossier sull'immigrazione Caritas/Migrantes, se il nostro sistema pensionistico regge è anche grazie anche ai contributi pagati dagli immigrati.

mercoledì 26 ottobre 2011

Il risparmio e la finanza etica

In occasione della Giornata Mondiale del Risparmio, che si celebra ogni 26 Ottobre, ospito nel mio blog un commento di Ugo Biggeri Presidente della Banca Popolare Etica, della quale sono socio. 

"Oggi si celebra l'87a giornata mondiale del risparmio, una giornata pensata e voluta nel 1924. Da allora si è progressivamente confuso il risparmio con l'investimento, sottovalutandone differenze e soprattutto rischi, confondendo la necessità di conservare la ricchezza per costruire futuro con la produzione di denaro attraverso il denaro senza correre rischi. A partire da questo assunto quest'anno, nel pieno di una rinvigorita crisi finanziaria planetaria, ci troviamo a riflettere sul senso di una giornata di questo tipo e sul significato stesso della parola risparmio.

E' difficile promuovere il risparmio in un momento in cui i redditi delle famiglie sono erosi dalla crisi dell'economia reale, ancora più difficile è pensare di diffondere tra i giovani una cultura del risparmio con la disoccupazione giovanile ai massimi storici.

La finanza etica in questi anni si è trovata a dover riflettere su uno scenario locale e globale in continua evoluzione, di fronte a una finanza speculativa sempre più aggressiva, capace di sbaragliare le vecchie istituzioni di controllo e di creare mercati paralleli che a conti fatti sono così influenti da poter modificare le politiche pubbliche di stati che siedono ai tavoli del G8 o del G20.

Finanza etica significa uso responsabile del denaro, ed è per questo che riteniamo cruciale, nell'ambito della Giornata Mondiale del Risparmio richiamare l'attenzione sulla responsabilità di ognuno di noi nelle scelte finanziarie grandi o piccole che quotidianamente facciamo.
Abbiamo da poco messo a punto un posizionamento articolato sui temi della crisi finanziaria: "Non con i miei soldi!". Questo slogan è il risultato della nostra riflessione, della riflessione dei risparmiatori consapevoli che vogliono, a partire da un nuovo protagonismo in ambito finanziario, ritornare a governare il proprio futuro, annullando una delega mai formalizzata, ma purtroppo reale, alla finanza speculativa. Non solo, siamo al fianco di centinaia di organizzazioni non governative che oggi, come in questi mesi, stanno facendo pressione sui governi per l'istituzione di una tassa sulle transazioni finanziarie. In Italia la Campagna 005 va seguita e sostenuta www.zerozerocinque.it

Il nuovo protagonismo della società civile, dagli indignati spagnoli, agli attivisti americani, testimonia che forse la fiducia nei governi e nelle istituzioni di controllo dell'economia è venuta meno, ma testimonia anche che è nata una nuova fiducia che lega i cittadini alle iniziative economiche civili e solidali: dai gruppi di acquisto solidali alle famiglie che difendono l'istruzione dei propri figli, dalle campagne in difesa dei beni comuni, alle iniziative di produzione di energia rinnovabile in ambito locale.

E' da qui che vorremmo ripartire, da questa nuova fiducia che ci rende consapevoli che per noi questa è la giornata mondiale del risparmio "responsabile" dedicata a chi è in movimento per chiedere alla finanza di tornare a servire l'interesse più alto. Quello di tutti."

lunedì 24 ottobre 2011

Le 5 leggi della stupidità umana.

Stimolato da un bell'articolo dell'inserto Domenica del Sole24Ore, oggi dedico un post a Carlo M. Cipolla, uno storico dell'Economia che ha insegnato in Italia e negli USA

Wikipedia ci ricorda che nel 1995 ha ricevuto il Premio Balzan per la storia economica con questa motivazione: "Carlo Maria Cipolla è considerato dai suoi contemporanei come il caposcuola di storia economica che più ha saputo infondere in tale disciplina uno spirito innovatore. Grazie alla sua curiosità intellettuale, dominata da rigore di pensiero e di metodo, e in virtù di una ricerca meticolosa delle fonti, ha combinato l’approccio macro-storico con studi di micro-storia in opere di grande originalità e solidità, che spaziano in campi economico-culturali molto estesi."

Non voglio parlare dei tanti studi, ricerche, scritti dei quali e' stato autore, ma del fatto che Cipolla approfondì il controverso tema della stupidità umana formulando la famosa teoria della stupidità, enunciata nel suo arguto libello stampato dal titolo The Basic Laws of Human Stupidity

1. Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
2. La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
3. Una persona è stupida se causa un danno a un'altra persona o ad un gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno.
4. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide; dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare o associarsi con individui stupidi costituisce infallibilmente un costoso errore.
5. La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.
 
Di fatto la teoria di Cipolla identifica gli stupidi come un gruppo forse più potente di mafie, lobby o gruppi di interesse, ha la caratteristica di non essere organizzato e ordinato, ma tuttavia riesce ad operare con incredibile efficacia.
 
Nella sua teroria ha anche elaborato un grafico cartesiano, mettendo sulle ascisse e sulle ordinate rispettivamente la capacita' di produrre vantaggi o svantaggi per se' e per gli altri.
Abbiamo cosi':
- Intelligenti (in alto a destra): fanno il proprio vantaggio e quello degli altri
- Sprovveduti (in alto a sinistra): danneggiano sé stessi e avvantaggiano gli altri
- Banditi (in basso a destra): danneggiano gli altri per trarne vantaggio
- Stupidi (in basso a sinistra): danneggiano gli altri e sé stessi

Sarà vero?

venerdì 21 ottobre 2011

"La speculazione affama i poveri"

«Non si era mai verificato nella storia che le società permettessero ad un manipolo di investitori di farla franca rubando il pane alla povera gente. Per l’investitore prezzi crescenti degli alimenti significano denaro, per il povero prezzi crescenti degli alimenti significano fame». Queste sono le parole con le quali Vandana Shiva, fisica indiana e attivista per i diritti dei coltivatori di tutto il mondo, introduce il tema principale della Giornata mondiale dell’alimentazione 2011: la fluttuazione dei prezzi degli alimenti – dalla crisi alla stabilità.

La crisi finanziaria internazionale sembra essersi stretta attorno al mercato delle materie prime in seguito alla crisi della finanza mondiale a partire dal 2007. Continua la Shiva «grandi investitori hanno abbandonato il mercato immobiliare per tuffarsi in quello degli alimenti e della terra, conseguendo così super profitti».

Prorio in questi giorni è partita da Roma la campagna mondiale di sensibilizzazione sugli OGM che prende spunto da un dossier curato da Vandana Shiva, The Gmo Emperor has no clothes. Il rapporto raccoglie centinaia di ricerche, studi ed esperienze sul campo condotte in tutto il mondo da ricercatori e scienziati. Il lavoro è coordinato da Navdanya International, l’associazione fondata dalla stessa Vandana Shiva nel 1991.

Spesso si motiva l'aumento dei prezzi degli alimenti e delle materie prime in generale con la crescita della domanda proveniente dalle economie dei paesi emergenti. Vandana Shiva, non ritiene assolutamente, indiani e cinesi causa di tutti i mali del mondo e sostiene che «Nel 2008, anno in cui i prezzi degli alimenti sono saliti, il consumo di cereali negli USA è aumentato del 12%, a fronte del 2% in India, un aumento pari della produzione. Gran parte dei cereali prodotti non è andata alla gente, ma ad alimentare automobili e sfamare animali. Infatti, in India, durante tutto questo periodo, il consumo pro capite annuo è sceso da 170 a 150 kg, non perché non si coltivava più, ma a causa della volatilità dei prezzi».


“Negli ultimi anni – ha spiegato Vandana Shiva - abbiamo ascoltato sempre più spesso esperienze fallimentari delle colture OGM, mentre dall’altra parte è emersa con sempre più evidenza la capacità dell’agricoltura ecologica di aumentare le produzioni di cibo. Abbiamo perciò deciso di mettere insieme tutto il lavoro prodotto dalla rete mondiale di scienziati, attivisti e comunità locali. Il risultato è chiaro: l’imperatore Ogm non ha vestiti. Le sue promesse sono illusioni”.

Andando sul sito di Navdanya International chi vorrà potrà aderire alla campagna L’imperatore degli Ogm è senza vestiti per pretendere l’etichettatura degli OGM, aiutare a salvare i semi, investire nel futuro sostenendo progetti locali legati al cibo OGM-free e prodotto in maniera sostenibile.
Frenare la speculazione su tali merci e coltivare la terra secondo i principi ecologisti consentirebbe, secondo , di duplicare la produzione alimentare mondiale a cui i piccoli coltivatori contribuiscono per l’80%. Che sia finalmente giunto il momento di invertire la rotta?

giovedì 20 ottobre 2011

Indignati: una riflessione nel merito delle richieste

Ospito in questo post una riflessione, una lettera aperta al "mondo degli indignati" tratta dal blog NoisefromAmerika, uno spazio di confronto curato da italiani, di solito ricercatori universitari o insegnanti, che hanno lavorato o lavorano negli States.

Questa lettera aperta cerca di parlare agli indignati, innanzitutto perche' soprattutto in Italia, a causa della violenza, sui media non e' stato dato rilievo ai motivi della protesta e alle eventuali proposte di chi manifestava.

Su argomenti cosi' importanti e decisivi per le nostre vite credo che le visioni differenti, come quella tra "gli Amerikani" e "gli Indignati", possano comunque servire al dialogo e alla ricerca di un miglioramento della situazione attuale.

Mi auguro che nelle aule universitarie, nel mondo online, nelle piazze la conoscenza dei temi in gioco e il dibattito serio e profondo siano aspetti fondamentali. Altrimenti avremo perso tutti.

lunedì 17 ottobre 2011

La povertà aumenta e i soldi pubblici sono spesi male.

I soldi dei contribuenti per aiutare i più poveri sono spesi male e non raggiungono i risultati sperati, quest la denuncia che giunge dal nuovo rapporto Caritas/Zancan (nel link una sintesi), che mostra come a un anno di distanza dal precedente report "nulla è cambiato".

Le cifre parlano di 8,3 milioni di italiani in condizioni di povertà (dati 2010), pari al 13,8% della popolazione, con un aumento rispetto all'anno precedente, quando erano 7,8 milioni (13,1%). Secondo i dati Istat 2011 - riporta l'indagine - il 2010 ha registrato un lieve incremento nel numero di famiglie in condizioni di povertà: si è passati da 2,657 milioni (10,8%) a 2,734 milioni (11%).

"Gli enti locali continuano a investire tante risorse assistenzialistiche nel contrasto alla povertà, ma con scarsi risultati", spiegano i tecnici secondo i quali il perdurare della condizione di povertà di molte persone e famiglie povere "dimostra che le politiche di contrasto fin qui attuate non sono riuscite a incidere sul fenomeno... anziché continuare a insistere su una strada dimostratasi fallimentare, è ora importante segnare un netto cambiamento di rotta... in Italia - prosegue il rapporto - si continua a percorrere questa strada fallimentare. La maggior spesa pro capite è riservata tutt'oggi ai contributi economici una tantum a integrazione del reddito familiare".

"Il problema - spiega la Caritas - è sempre lo stesso: la prevalente logica emergenziale in base alla quale è preferibile erogare contributi economici piuttosto che attivare servizi. Questo modo di rispondere alla povertà non incentiva l'uscita dal disagio ma, anzi, rischia di rendere cronico il problema. Lo dimostra il fatto che, a fronte dell'aumento di risorse, non si è registrato il corrispettivo calo del numero di italiani poveri".

Per favore potremmo parlare di queste cose? 

mercoledì 5 ottobre 2011

Ecuador / Ultimo. Grazie

Con questo ultimo post volevo concludere le riflessioni sul mio viaggio in Ecuador.

Negli altri tre spazi, avevo espresso le mie riflessioni all'arrivo, avevo raccontato un po’ quel poco che stavo facendo e parlato di tre incontri fatti con persone per me molto speciali. Diciamo che in questo mese sono stato semplicemente un turista utile, ho conosciuto meglio l’Ecuador, e ho cercato di dare una mano. 

Le persone incontrate hanno dato senso a questo viaggio
 

E’ stata veramente una bella esperienza, purtroppo breve. Le persone conosciute, il poco ma intenso lavoro portato avanti, i luoghi bellissimi che hanno fatto da palcoscenico a questo mese… mi hanno fatto pensare più volte “ma chi te lo fa fare di ritornare a casa?”. E non mi passerà tanto facilmente.
L’Ecuador, come tantissimi altri paesi al mondo, ha molte ricchezze (soprattutto naturali), molte potenzialità… ma ahimè anche moltissimi problemi. 

Il terminal dei trasporti terrestri di Quito. Esempio di efficienza e di speranza per il futuro dell'Ecuador
 

In campo economico è necessario utilizzare al meglio le risorse che provengono ad esempio dalle esportazioni di materia prima (cacao, caffè, banane, olio di palma e soprattutto petrolio) per sviluppare un’economia più diversificata (industria, turismo, servizi) e per accrescere le politiche di aiuto per le classi più povere ed emarginate. 

Incontro con alcuni coltivatori di cacao,
una delle risorse pregiate di questo Paese
 

In campo sociale è indispensabile che vengano ridotte le disuguaglianze, che il Paese sia più unito con una migliore ridistribuzione della ricchezza, senza penalizzare le parti più produttive ma senza nemmeno abbandonare a se stesse quelle più povere. Occorre continuare nel miglioramento della sanità pubblica e in generale del ruolo dello Stato a fianco dei cittadini. 

Incontro di coordinamento tra le Istituzioni Politiche, quelle Associative ed ecclesistiche
 

Lo scenario politico ha bisogno di serenità e stabilità. Il socialismo di Rafael Correa se da un lato pare andare nel verso giusto sui temi dello sviluppo e della giustizia sociale dall’altro deve mantenere un profilo democratico e aperto alle relazioni internazionali, soprattutto con la Colombia sui temi dello sviluppo economico e dei diritti umani. Assieme agli altri Stati Sudamericani anche l’Ecuador sta lavorando per creare quell’Unione in stile europeo che permetterebbe di gestire a livello continentale molte politiche e decisioni strategiche non solo economiche. Di certo una grande e interessante sfida.

Lo siento mucho pero el viaje termina aquì… 

La città di Tonsupa, sull'Oceano Pacifico. L'ho detto che ho cercato di fare il turista utile


Concludo ringraziando chi ha “perso” un po’ del suo tempo in viaggio con me attraverso il mio blog. Sono d’accordo con chi pensa che non occorra andare lontano per fare del bene, l’importante è farlo, da turista, da cittadino, da missionario, da volontario… vicino o lontano: di bene non se ne farà mai abbastanza.

Gracias y hasta luego!

lunedì 26 settembre 2011

Diario dall'Ecuador / 3. Incontri con tre persone speciali

Durante il mio soggiorno in Ecuador ho avuto il piacere di incontrare tre persone che hanno contribuito a dare un sapore ancora più intenso alla mia breve permanenza nel Paese. Sono andato a trovare tre Missionari che vivono la loro vocazione in sud america: le suore comboniane brugheresi Mariangela Sardi e Maria Rosa Biraghi, e l’amico Padre Pino Valaguzza. Come socio del gruppo missionario Brugherio Oltremare è stato per me un piacere poter vedere la felicità nel raccontare la “loro” missione, le difficoltà ma soprattutto le gioie nell’attività di ogni giorno.

Suor Mariangela Sardi da 12 anni si trova a San Lorenzo nel nord dell’Ecuador, al confine con la Colombia. Si tratta di una zona abbastanza povera rispetto al resto del Paese. La situazione è molto difficile anche a causa di una criminalità molto alta, soprattutto per il fatto di essere terra di confine. In questa zona vi sono anche alcune miniere d’oro di altri metalli, la cui estrazione pur dando la possibilità di lavoro di fatto sta distruggendo i fiumi e l’ambiente. Suor Mariangela è la colonna portante dell’Istituto di Educazione Speciale gratuito “Nuevos pasos – Don Carlo Gnocchi” creato nel 2001 con una collaborazione tra l’impegno missionario delle Suore Comboniane e la grande esperienza della Fondazione Don Gnocchi, con la finalità di prendersi cura dei bambini e ai giovani con disabilità nelle differenti aree del ritardo mentale, visivo, uditivo, dell’apprendimento.

Suor Mariangela all'ingresso dell'Istituto Nuevos Pasos
mi racconta le gioie e le difficoltà della sua missione

Questo Istituto attualmente ha una struttura di alta efficienza e professionalità per soddisfare le necessità della popolazione nelle aree dell’educazione speciale, riabilitazione, medicina e lavoro sociale. Appare chiaro che una struttura così importante, e che fornisce servizi unici nella zona, necessiti di grandi risorse, sia umane che economiche. Le prime le ho incontrate di persona, negli insegnanti, nella rettora della scuola, nel personale medico, tutti afroamericani, a testimonianza di un modo bello di fare missione e di costruire le cose assieme. Anche i volontari italiani mi hanno dato una bella testimonianza di passione e coraggio nel scegliere di dedicare una parte della loro vita per le persone di San Lorenzo.

All'interno di una delle tante aule dove si tengono lezioni per alunni con disabilità
Suor Maria Rosa Biraghi, da più di trent’anni in terra di missione, vive e lavora a Esmeraldas e si occupa principalmente di attività caritative verso le tante famiglie indigenti, verso i carcerati, si occupa inoltre di animazione di gruppi di donne e di giovani sia nel lavoro che nella preghiera. Come per suor Mariangela anche in una città più grande come Esmeraldas, le risorse economiche sono il tema più delicato. Lo Stato è abbastanza presente, ma ovviamente non riesce a coprire o a garantire maggiori risorse vitali per mantenere l’alto livello di qualità del centro di San Lorenzo o le numerose esigenze seguite da suor Maria Rosa. 

Suor Maria Rosa davanti alla Cattedrale "Cristo Rey" di Esmeraldas 

Entrambe tramite me hanno voluto ringraziare di cuore l’aiuto di Brugherio Oltremare che ogni anno invia la sua offerta utile e direi proprio indispensabile. Io sono testimone, anche se non ce n’era proprio bisogno, che ogni singolo dollaro ricevuto va nel dare un aiuto alla realtà che ho conosciuto.

L’ultimo incontro è stato con l’amico Padre Pino, conosciuto nel 2003 nella mia prima esperienza da volontario-muratore in Ecuador. Padre Giuseppe Valaguzza cresciuto nel mondo salesiano e soprattutto nell’Operazione Mato Grosso è da più di 35 anni un sacerdote ecuatoriano (ossia ordinato in quel paese) e vive da sempre per e con i poveri. Attualmente nella zona del vulcano Cotopaxi a un paio d’ore a sud di Quito. 

Con Padre Pino nella plaza della sua comunità a 2900 mt di altezza

E’ sempre un piacere chiacchierare con il Pino e sentire i mille racconti di vita, le continue difficoltà e gioie che ogni giorno rendono la sua vita poco comoda ma certamente immersa con la sua comunità. Insomma vivere la vocazione di sacerdote in modo totale, con la massima disponibilità e amore verso la chi ti ha accolto ti rende vero e credibile testimone più di tante belle parole. 

Padre Pino con i "suoi" pequeños parrocchiani che gli corrono
incontro salutandolo "hola Padrecito!"

In generale per le tre realtà raccontate, come per un po’ per tutte le zone più povere dell’Ecuador, i problemi sono i redditi molto bassi per gran parte della popolazione, problemi legati alla salute, all’igiene e all’alimentazione, in generale alla precarietà delle condizioni di vita. La dedizione, la passione, l’amore che ancora una volta mi hanno testimoniato i miei “incontri” mi hanno riempito il cuore e hanno dato un senso molto forte e profondo ai miei pochi giorni trascorsi tra le Ande e il Pacifico.

lunedì 19 settembre 2011

Ecuador / 2. Cosa sto combinando...

Esmeraldas. Seconda puntata. Dopo avervi raccontato le prime riflessioni dopo il mio arrivo in Ecuador, parlerò oggi delle attività alle quali ho partecipato oppure sto dando una mano. Per me questo è stato un modo molto interessante per entrare in contatto direttamente con le gente, tomando una cervecita despues del trabajo (bevendo una birretta dopo il lavoro), con la vita di qua (non vivo in un hotel, ma in una casa molto carina e accogliente dove vengono ospitate le persone che provenendo da lontano devono fermarsi per una terapia), con la cultura, le bellezze e le difficoltà della terra che sta alla “mitad del mundo”.

Una "tipica" cucina di una casa nel cantone di Rio Verde
Innanzitutto sto dando una mano all’Organizzazione OVCI – La nostra Famiglia, che mi stanno ospitando. Accompagnando la fisioterapista o gli operatori che vanno nelle comunità della zona (a volte distanti ore da casa) per conoscere, assistere, sostenere persone grandi o piccole che abbiamo qualche forma di disabilità. Si tratta a volte di famiglie che vivono in estrema povertà, in condizioni di vita precaria soprattutto per la mancanza di igiene, per il fatto di vivere in case di legno fatiscenti, per un basso grado di alfabetizzazione e di istruzione e infine per una cultura e per delle abitudini che noi non riusciamo a capire.

Visita di Operatore e Fisioterpaisti a casa di una assistitita
La conoscenza e la vicinanza di una realtà come OVCI è fondamentale per ottenere servizi sanitari e riabilitativi, conoscenza di quali siano i diritti e le possibilità che lo Stato o altre organizzazioni danno… Insomma un modo per mettere queste famiglie all’interno di una rete sociale a volte indispensabile. Per OVCI ho svolto anche un po’ di lavoro amministrativo che mi ha permesso di conoscere molti operatori e conoscere come funziona una ONG che lavora in contesti molto difficili. Sono rimasto molto contento nel vedere tanti ecuadoriani che si danno da fare per altri loro compaesani.
Le disabilità dei bambini sono rese più complicate dalle difficili
condizioni igieniche e economiche. 
Sempre per le realtà di OVCI e della Nostra Famiglia sto dando un aiuto, diciamo molto pratico, presso l’Istituto Juan Pablo II, una grande struttura dove hanno sede una scuola e un centro medico e di riabilitazione per persone con disabilità. Si tratta di un centro di eccellenza nella zona, molto apprezzato anche dalla Istituzioni Governative. Qua faccio quello che serve, dal dipingere alcune aule di una nuova parte dove si andrà a tenere corsi pratici e professionali di avviamento al lavoro per gli studenti più grandi, al dare una mano a Felix, il factotum dell’Istituto… a creare un piccolo orto che da un lato possa dare qualche verdura alla comunità della Nostra Famiglia e che possa essere utilizzato come attività di insegnamento per alcuni ragazzi.
Aiutando Felix, il responsabile della manutenzione dell'Istituto Juan Pablo II
In questi giorni ho avuto l’occasione di andare a San Lorenzo, una città a tre ore circa da Esmeraldas per incontrare Suor Mariangela Sardi, missionaria brugherese che da 12 anni dirige l’Istituto di Educazione Speciale gratuito “Nuevos pasos – Don Carlo Gnocchi”, creato nel Cantone di San Lorenzo nel 2001 con una collaborazione tra l’impegno missionario delle Missionarie Comboniane e la grande esperienza della Fondazione Don Gnocchi, con la finalità di prendersi cura dei bambini e ai giovani con disabilità nelle differenti aree del ritardo mentale, visivo, uditivo, dell’apprendimento.
Con Suor Mariangela Sardi e i "suoi" bimbi davanti all'Istituto Nuevos Pasos a San Lorenzo
Questo Istituto attualmente ha una struttura di alta efficienza e professionalità per soddisfare le necessità della popolazione nelle aree dell’educazione speciale, riabilitazione, medicina e lavoro sociale. Gli operatori incontrati, i visi dei bambini che ti salutano sempre contenti, la gratitudine negli occhi delle famiglie e soprattutto la forza e la passione di Suor Mariangela (che per la cronaca di candeline ne ha spente 78) mi hanno riempito il cuore proprio come la frase scritta dai ragazzi all’interno della scuola: “no mires mi defectos, mira mis habilidades” (non guardare ai miei difetti, guarda le mie capacità).

Un’altra cosa molto interessante che ho conosciuto sono le attività portate avanti dalle Nazioni Unite attraverso il Programma Alimentare Mondiale (WFP) e il lavoro con i rifugiati di UNHCR-ACNUR.

Collaborazione nella distribuzione di alimenti del Programma Alimentare Mondiale
Due realtà molto importanti che svolgono un lavoro prezioso, sia verso le gente che come collegamento e sostegno alle altre Organizzazioni presenti. Parlando con Rafael, il responsabile di UNHCR in Esmeraldas mi sono abbastanza vergognato della mia Italia: noi dopo i primi sbarchi a Lampedusa abbiamo gridato all’emergenza, l’Ecuador (con molte meno risorse dell’Italia) ha nel suo territorio almeno 100mila rifugiati colombiani… si tratta di una cifra 2 volte più alta del numero degli africani arrivati in Italia nell’ultimo anno.
Questo un po’ velocemente il racconto di quanto sto svolgendo in questo bellissimo e complicato Paese. Spero di essere utile a loro, di certo sto imparando e conoscendo tanto. Starò qua ancora una decina di giorni e so che non mancheranno nuove scoperte e nuove sorprese.

Hasta Pronto

venerdì 9 settembre 2011

Diario dall'Ecuador/1. Riflessione all'arrivo.

Quito - Scorcio della Piazza principale e della Cattedrale
Esmeraldas (Ecuador). Mentre sto scrivendo questo mio primo post dal Sudamerica mi sembra di essere un inviato di un giornale. Come già detto nel post precedente mi trovo in Ecuador per un mese, un po’ vacanza e un po’ volontariato. Almeno questo era l’intento alla partenza. Poi arrivato qua, mi sono accorto di essere capitato in una realtà un po’ più dura di quanto mi aspettassi. Ero già stato in Ecuador con amici nel 2003, per aiutare il nostro caro amico Padre Pino… quindi non era tutto nuovo per me, ma in ogni caso la realtà che vi descriverò oggi, nei prossimi post e di persona al mio ritorno è stata ben oltre le aspettative.

Preciso che scriverò delle riflessioni di getto, senza starci troppo a riflettere, spero di poterle commentare con qualche mio lettore, in modo magari da affinare il ragionamento o condividerne la passione.
Iniziamo con ordine. Sono arrivato a Quito sabato 3, ho visitato e dormito nella capitale e il giorno dopo sono partito in pullman alla volta di Esmeraldas nel nord del Paese. Quito è molto bella, con il suoi palazzi in stile coloniale, le Chiese e l’idioma… ci ricorda la Conquista e la dominazione spagnola; poi le persone e i loro visi con tratti andini, occidentali, africani… ci ricordano che la storia del mondo è sempre stata decisamente complicata…
Uscendo dalla città e arrivando dopo 6 ore a Esmeraldas ci si trova subito a fare altre riflessioni, ci si imbatte nella povertà, a volte dignitosa, a volte proprio estrema e non puoi non chiederti, ma come è possibile, nel 2011? Sono anni, decenni, che si parla di aiuto allo sviluppo, di povertà, di migliore distribuzione delle risorse, di Obiettivi dell’ONU per il 2015… forse a questi Ecuadoriani (non Ecuadoregni por favor) non hanno detto che tra poco staranno meglio. Non ci siamo.
Esmeraldas - Quartiere periferico
Non ci siamo, noi in alcune case nelle quali sono stato in questi giorni non alleveremmo nemmeno le galline. Certo è questione di cultura, di possibilità, di sviluppo economico, di storia, di secoli… di destino forse… Ma la sensazione di essere preso (scusate) per il culo da chi detta le ricette per il futuro del mondo, socialisti, liberisti, teorici e nobel vari, mi è venuta.

Premetto che non sono uno studioso, che non vivo sempre in queste realtà, che sono di certo poco rispettoso di tante idee e teorie varie e forse anche del popolo ecuadoriano, ma io da turista del “mondo che ce l’ha fatta” provo vergogna. Gli diamo qualche euro per le banane che poi ci vendono a 20 volte tanto, gli diamo qualcosa per il petrolio che fa andare avanti le nostre economie… certo l’Ecuador vive di queste entrate ma sono le multinazionali del mondo ricco a fare il bottino… in cambio di inquinamento dell’aria e dei mari, distruzione delle foreste per gli oleodotti (qua vicino c’è una delle raffinerie più grandi del Sudamerica, che da lavoro, sì…, ma con che salari e con quali ricadute sanitarie e ambientali per la gente? Molto del cacao che abbiamo nelle nostre cucine arriva dall’Ecuador, ma il prezzo lo decide la Nestlè (e altri multinazionali), mica il contadino che ha il campo e la materia prima…

I problemi enormi di questo piccolo Paese, sono l’enorme concentrazione di ricchezza nelle mani di poche famiglie, redditi bassissimi per la gran parte della popolazione, problemi legati alla salute, all’igiene e all’alimentazione, grande diffusione della criminalità, e sono tutte cose che difficilmente si possano migliorare.
In visita con l'Organizzazione OVCI
in una delle case dove vive un assistito

In questi giorni ho avuto occasione di visitare molte famiglie, un po’ all’interno del progetto portato avanti da OVCI e dal Governo Ecuadoriano, un po’ per distribuire dei viveri del World Food Program dell’ONU (www.wfp.org). Sono stati incontri a volte sereni e belli, a volte veramente difficili per quello che si vede.
Noi apparteniamo al mondo che a partire dai Greci e dai Romani ha dettato legge nel Mondo, prima erano stati i Babilonesi, poi gli Egiziani… Ecco e se fossimo nati dalla parte sbagliata? Io solo per il fatto di essere nato a Monza, già sono sulla scialuppa di salvataggio del Titanic e se prendo il morbillo devo solo stare a casa dall’asilo… se il morbillo lo prendi qua spesso non lo potrai raccontare da grande.

Il dubbio allora ti viene… ma che ci stanno a fare la cooperazione internazionale e le ONG? Che fa l’UNICEF e l’ONU? Che fanno i Governi che dicono di aiutare i Paese del “Terzo Mondo”? E quelli che dicono “aiutiamoli a casa loro!” E quando fanno anche tanto, come l’Organismo OVCI (www.ovci.org) che mi ospita… serve? O si sta scopando il mare? Servo io qua, o vengo solo per fare il figo quando torno? Per mettere le foto su facebook®? Per sentirmi fare i complimenti?

Con alcune Operatrici nella cittadina
di Roqafuerte, a 1,5 ore da Esmeraldas
In parte si, dico la verità, sono poco umile e infatti sul mio blog sto raccontando questa storia. Dirò di più, sono qua addirittura per arricchirmi. Si perchè vedere tanti ecuadoriani, che avendo quasi niente, si danno fare per il vicino di casa, magari per aiutare una ragazza di 14 anni che dopo il secondo parto e un’infermità mentale… diciamo che fatica, o per andare a trovare un vecchio o un bambino che distano dalla città e che hanno bisogno, o per assistere famiglie in estrema difficoltà… ti arricchisce. Punto.

Ogni tanto leggiamo di statistiche che parlano di milioni di persone che escono dalla “soglia della povertà”, di un mondo che sta meglio, sia in campo economico che sanitario… non so, le statistiche avranno anche parti di verità e poi devono riassumere… ma quello che sto vedendo in questi giorni mi lascia con molti dubbi. Dire che non è povero chi è sopra la soglia di un reddito giornaliero di 2$ (dato preso come punto di riferimento da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale) direi che è un po’ pochino per un paese dove ti servono almeno 5$ al giorno per mangiare. E se hai dei figli? E se devi risparmiare soldi per altre cose? Forse i poveri nel mondo sono un po’ sottostimati… forse. Ma non sta bene dirlo. E allora non diciamolo, poi però non stupiamoci se milioni di essere umani lasciano le loro terre, le loro radici, e vengono a cercare fortuna e un futuro migliore a Brugherio… non stupiamoci, tutto qua.

E’ vero che anche in Italia per molti la situazione soprattutto economica e sociale si sta facendo pesante…, la cosa che veramente mi fa agitare in queste notti è che le cause sono le stesse. Non abbiamo capito niente, e continuiamo a non capire. Parliamo sempre e solo di crescita, di consumare di più, di creare più ricchezza, mai di DISTRIBUIRLA MEGLIO! Questo non è socialismo (il Presidente dell’Ecuador Correa mi perdonerà…) E’ GIUSTIZIA! E questo vale sia per i paesi poveri che per quelli ricchi.


Esmeraldas - Una delle spiagge della zona turistica, esempio
della concentrazione estrema della ricchezza in questo Paese
Scusatemi ancora se vi sono parso un po' troppo predicatore... nel prossimo post prometto di essere meno palloso e vi racconterò cosa ho fatto finora e di come cerco di fare anche il turista in un paese ricco di natura e con dei posti strepitosi.
Grazie per il tempo che mi avete dedicato.

Un abrazo a todos