Le cifre parlano di 8,3 milioni di italiani in condizioni di povertà (dati 2010), pari al 13,8% della popolazione, con un aumento rispetto all'anno precedente, quando erano 7,8 milioni (13,1%). Secondo i dati Istat 2011 - riporta l'indagine - il 2010 ha registrato un lieve incremento nel numero di famiglie in condizioni di povertà: si è passati da 2,657 milioni (10,8%) a 2,734 milioni (11%).
"Gli enti locali continuano a investire tante risorse assistenzialistiche nel contrasto alla povertà, ma con scarsi risultati", spiegano i tecnici secondo i quali il perdurare della condizione di povertà di molte persone e famiglie povere "dimostra che le politiche di contrasto fin qui attuate non sono riuscite a incidere sul fenomeno... anziché continuare a insistere su una strada dimostratasi fallimentare, è ora importante segnare un netto cambiamento di rotta... in Italia - prosegue il rapporto - si continua a percorrere questa strada fallimentare. La maggior spesa pro capite è riservata tutt'oggi ai contributi economici una tantum a integrazione del reddito familiare".
"Il problema - spiega la Caritas - è sempre lo stesso: la prevalente logica emergenziale in base alla quale è preferibile erogare contributi economici piuttosto che attivare servizi. Questo modo di rispondere alla povertà non incentiva l'uscita dal disagio ma, anzi, rischia di rendere cronico il problema. Lo dimostra il fatto che, a fronte dell'aumento di risorse, non si è registrato il corrispettivo calo del numero di italiani poveri".
Per favore potremmo parlare di queste cose?
Nessun commento:
Posta un commento