In questa importante occasione è giunto il messaggio del nuovo ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione, professor Andrea Riccardi, vorrei citare solo alcuni passi importanti che denotano un notevole cambio di interesse e di importanza per il settore della cooperazione.
Innanzitutto sul desolante quadro attuale che "dalla metà degli anni Novanta in poi, l'aiuto allo sviluppo dell'Italia è stagnante. Siamo ben lontani dall'obiettivo europeo del 0,5 per cento o di quello dell'ONU dello 0,7 per cento. L'anno scorso abbiamo raggiunto un minimo storico (0,15 per cento del PIL) finendo al penultimo posto nella classifica dei donatori, davanti solo alla Corea. Per il 2012, a legislazione vigente, le previsioni sono di un ulteriore ribasso: soltanto lo 0,12 per cento. Questo è il punto di partenza che ci troviamo ad affrontare sul versante delle risorse"
Un primo forte messaggio di impegno è che "In questo quadro di crisi, attingere alle radici profonde dell'impegno volontario e della libertà dell'azione cristiana e umana può liberare nuove energie. Se infatti i tagli al bilancio hanno penalizzato l'azione pubblica, non possiamo permetterci, come italiani a vocazione universale, di "tagliare" alcunché del nostro impegno e del nostro legame con il mondo in via di sviluppo, che va ben oltre la valorizzazione di quelle scarse risorse pubbliche che il sistema delle ONG è chiamato è gestire."
Andrea Riccardi |
La conclusione deve stimolare tutti coloro che lavorano nel campo del volontariato e della cooperazione internazionale. "Vorrei sottolineare in particolare il capitale di legame con il Sud del mondo, e in particolare con l'Africa, che voi rappresentate, e che valorizzato in ogni modo. C'è bisogno anche di ritrovare, con i partner del Sud, le ragioni della fiducia che alle volte si sono perse per stanchezza, sospetto reciproco, presenza di partner alternativi (i paesi emergenti), nuove ideologie come l'ownership a tutti i costi. C'è bisogno di ritrovare l'alfabeto di un partenariato genuino, nel rispetto reciproco, dove il dialogo costruttivo non deve farci paura. Conto sul vostro contributo attivo di idee e di proposte, anche a livello tecnico per ribaltare un'immagine negativa e penalizzante della cooperazione italiana allo sviluppo, restituendole credibilità, coerenza e soprattutto una missione."
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