«L'Italia è completamente o quasi dipendente dall'estero per l'approvvigionamento di fonti energetiche. Basta un braccio di ferro tra Mosca e Kiev o un inverno particolarmente freddo o anche una bufera che stronchi un abete facendolo cadere su una linea ad alta tensione che collega la Svizzera e l'Italia per lasciarci "a lume di candela". - scrive l'astrofisica Margherita Hack nella prefazione al libro di Bellacci (già giornalista di Epoca e del Sole24Ore, poi dal 1995 al 2000 responsabile dei rapporti con la stampa di Eni, che da pochi giorni è in libreria con il pamphlet «Italia a lume di candela») – Le conclusioni sul nostro futuro energetico e sulla possibilità di realizzare i piani dell'Unione Europea entro il 2020 sono molto pessimistiche. Infatti entro il 2020 dovremo coprire il 20% del fabbisogno energetico con le energie rinnovabili, migliorare l'efficienza del 20% e tagliare del 20% le emissioni di anidride carbonica.
Un'analisi seria delle nostre potenzialità ci dice che saremo costretti a importare energia nucleare da tutti i paesi confinanti, energia eolica da Germania e Danimarca e biocarburanti da vari paesi ... C'è bisogno di ricerca per sviluppare le nuove tecnologie (per le rinnovabili) che stanno dando frutti in Germania, Danimarca e Spagna, mentre l'Italia si è mossa con grande ritardo».
Vi segnalo a proposito un interessante progetto danese. La Danimarca ambisce a raggiungere entro il 2050 la piena indipendenza dai combustibili fossili. L'obiettivo è indicato in un rapporto predisposto dalla Commissione governativa danese sul clima. «Il mio governo studierà le raccomandazioni del rapporto molto da vicino, e presenterà un percorso con una data per liberarci dai combustibili fossili», ha dichiarato il primo ministro danese Lars Rasmussen. «Saremo uno dei primi Paesi al mondo. Un piano per una transizione come questa toccherà ogni settore della società, e implicherà scelte molto difficili».
Di certo occorre ragionare sul tema energetico, ad esempio anche sul nucleare... l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che raccoglie i 30 Paesi maggiormente industrializzati, in un intervento pubblicato sull’OECD Observer Luis Echavarri, presidente dell’Agenzia nucleare dell’OCSE, ha dichiarato che: «È arrivato il momento di riconoscere il valore dell’energia nucleare per la riduzione delle emissioni di gas serra nel quadro legale e istituzionale da sviluppare a Copenaghen e oltre». Ragioniamoci senza ideologie, per il bene del Pianeta, per il bene di tutti.
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