«Non cercare di diventare un uomo di successo, ma piuttosto un uomo di valore.» A. Einstein

giovedì 21 aprile 2011

L'Italia ce la fa(rà)?

Vi segnalo un bellissimo commento del grande Piergiorgio Odifreddi. Il tema è quello della furbizia/illegalità di alcune importanti categorie economiche italiane.

Si perchè distratti dalle Ruby, dagli Scilipoti, dai Grandi Fratelli e dalle Isole dei Famosi... magari ci siamo persi che:
il reddito medio nazionale è di 18.900 euro, pari al reddito di un insegnante di scuola,
parrucchieri e barbieri dichiarano 10.400 euro, i tassisti 13.600, i meccanici 15.400,
i gioiellieri e gli orologiai 15.800...

Qualche dato più ragionevole lo si trova tra i dentisti 45.100 e gli avvocati 49.100, i dirigenti privati e pubblici, che arrivano a 105.00 euro, i farmacisti che li sorpassano a 126.100 e i notai che salgono a 404.800 (a parte una riflessione sul ruolo e l'utilità dei medesimi...).

Sempre nel post leggiamo che "anche tra i contribuenti più ricchi, cioè quelli che dichiarano più di 100.000 euro lordi all’anno, sono sempre i lavoratori dipendenti e i pensionati a fare la parte del leone, più o meno nelle stesse percentuali già viste: circa il 72 per cento del totale. Del rimanente, il 20 per cento sono lavoratori autonomi, e solo l’8 per cento industriali."

Si tratta di demagogia? Mah, visto che Nel 2010 la Guardia di Finanza ha scoperto redditi non dichiarati al fisco per 49 miliardi di euro, una somma cresciuta del 46% rispetto al 2009. Dato che dipendenti e pensionati percepiscono un reddito netto, già tassato... diciamo che abbiamo finora 3 indizi che qualcosa non va... E questi sono soldi tolti alle nostre scuole, ai nostri ospedali, al nostro Paese!

Possibile che siamo capaci di arrabbiarci per un rigore non dato alla squadra del cuore o perchè c'è traffico andando in ufficio e non nasca uno tsunami "etico" che inverta questa tendenza?

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